RSA (residenza sanitaria assistenziale) per 24 ospiti nel comune di Bianchi (cs).

Un’architettura per la piccola scala è quella che collocata in luoghi esterni e lontani dai principali nodi economici e sociali, pensa al suo ruolo di fondatrice di comunità.
Le architetture esterne si allontanano da una mentalità che profetizza la scomparsa delle comunità marginali di persone,  destinate da molti ad avere un ruolo insignificante all’interno del sistema globale.
La decentralizzazione messa in atto con le nuove tecnologie può essere vista come un’opportunità per i piccoli centri ed un volano di trasformazione per le grandi realtà urbane, che assestandosi su un modello più leggero e dinamico, delegano una parte consistente delle proprie funzioni.

E’ evidente che oggi non ci possiamo più accontentare di un facile discorso di ottimismo (“Siamo nel migliore dei mondi possibili”). Sono la grande scienza, la grande filosofia, le grandi religioni ad impegnarsi verso la fine del secolo scorso ad arrestare la deriva verso il nichilismo che si manifesta anche come perdita del senso della bellezza, nelle città che si trasformano in Necropoli (Hillman).

E’ ancora Einstein (come su un piano filosofico Heidegger) a richiedere il superamento del vecchio umanesimo e la fondazione di un “nuovo umanesimo”.
Un umanesimo non più razionalistico, tecnicistico, ottusamente antropocentrico. Un umanesimo planetario dove l’uomo si esprima in tutta la completezza ed integralità antropologica: di un essere che non è solo corpo e mente (secondo il dualismo cartesiano) ma quaternità di corpo, anima, mente e spirito. Ovvero ragione/cuore o al modo di Bateson, semplicemente “cuore”.

Nelle Società industriali esiste una chiara tendenza ad isolare i soggetti improduttivi, soprattutto gli anziani. Nel 1990, il 15% della popolazione italiana era costituita da anziani (circa 8 milioni di unità); nel 2000, si è passati al 17%, con un trend  in crescita.
Questo fatto, ha aperto una serie di problematiche che coinvolgono le amministrazioni e il governo, tra i quali quello della domanda socio/sanitaria:
Ci si è accorti che nel nostro paese c’è una scarsità di strutture idonee, che producono:
1. degenze improprie in ospedali
2. problemi per le famiglie con a carico un anziano
3. un maggiore rischio di ammalarsi per gli stessi anziani

Le prime leggi per fronteggiare il problema risalgono al 1978 con la “legge di riforma sanitaria”  nella quale però esisteva una disomogeneità degli interventi. La legge n°595/1988  dirottava il problema alle Regioni e alle U.S.L; Nel 1988 con la legge 67, fu stanziato un finanziamento di 2500 miliardi di vecchie lire, per risolvere il problema. Ma la legge più organica è arrivata solo nel 1989 con il D.M. n°321/1989 (art.2) dove si definiva a chiare linee la residenza sanitaria assistenziale (RSA) per il recupero di anziani non autosufficienti.
 

Il comune di Bianchi ha un’altitudine di 850m sul livello del mare e si trova in provincia di Cosenza dalla quale dista circa 46 Km e altrettanti da Catanzaro.

E’ sito alle pendici della piccola Sila e la locale strada Silana lo allaccia a Bocca di Piazza da dove si diramano le statali per i laghi mentre dall’inizio dell’altopiano silano, dista appena 8 km.

Il clima d’estate è mite perché la località, circondata da verdi colline fa si che la calura venga assorbita dal fogliame; d’inverno è moderato e risente del mare che in linea aerea è lontano appena 20 km tuttavia a causa della montuosità la brezza si fa risentire pungente.
Le piccole frazioni i cui abitanti in ognuna oscillano dai 120 ai 350, sono piccole borgate con le antiche casette l’una vicina all’altra, senza simmetria alcuna, prive di viabilità e appollaiate su piccole alture.
Costruite anticamente in declivi per evitare allagamenti, erano composte di un basso e del piano rialzato; oggi alcune sono state ampliate, altre lasciate nello stato primitivo per mancanza di area circostante.

Il progetto della RSA per 24 ospiti è stato collocato in un’area pianeggiante, lungo la quale corre il “fiume Corace”; in realtà non si tratta di un vero è proprio fiume ma è una tipica fiumara calabrese, ricca d’acqua d’inverno e più povera d’estate. Oggi l’area è priva di qualsiasi costruzione; il nuovo PRG, prevede la realizzazione di un parco fluviale, che andrà a collegare le 7 frazioni.
La normativa per la RSA, vuole la presenza di una sala polifunzionale; l’idea che abbiamo sviluppato è quella di sganciare questo servizio dal nucleo del progetto così da renderlo autonomo ed a servizio dell’intera cittadinanza.
Questo nuovo polo potrà essere utilizzato in maniera integrata al progetto del parco fluviale; al suo interno sono presenti una serie di servizi per la cultura e per la ristorazione.
In un quadro più vasto si delinea come approdo e come partenza per lunghe passeggiate nel verde,  votate al riposo ed alla contemplazione, di una natura rigogliosa, che contorna in maniera completa tutta la zona.

Il progetto è costituito da 2 blocchi: quello rettangolare ospita gli alloggi ed i servizi per i 24 ospiti strutturato secondo una tipologia “a patio”, ed è collegato al blocco destro che costituisce il polo delle funzioni a servizio della comunità. Tra i due volumi si apre una piastra pavimentata, che può essere utilizzata, come spazio pubblico.

Sul piano delle copertura è prevista la realizzazione di in un impianto fotovoltaico, completamente integrato con l’architettura da 100 Kw, che darà all’edificio un’autonomia totale sul piano energetico. L’energia prodotta in eccesso potrà essere immesse nella rete elettrica, con un introito che riuscirà ad ammortizzare i costi di realizzazione.